Berlusconi vuole abbassare le tasse:peccato che sia stato lui ad aumentarle.Ecco i Governi che hanno aumentato e diminuito le aliquote IRPEF

di Lapenna Daniele

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«Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività ».

Quello riportato sopra è l' articolo 53 della Costituzione della Repubblica Italiana (entrata in vigore il 1° gennaio 1948).
Ogni cittadino deve sostenere lo Stato per mezzo delle tasse, ma queste debbono esser proporzionate al reddito che lo stesso possiede. Insomma, chi ha poco, deve pagare poco. Oggi, purtroppo, non accade. 
La tassa che, in queste settimane di campagna elettorale è oggetto di forte discussione è l' IRPEF. Vogliono tutti ridurre le tasse, ma nessuno lo ha veramente fatto. C'è chi ha governato gli anni passati, ma ha fatto il contrario di ciò che ora vuole fare, e mentre gli ultimi governi hanno fatto delle proposte di legge millantando di abbassarlo a partire dai prossimi anni, c'è chi sostiene che non c'è una copertura economica sufficiente.

LA STORIA DELL' IRPEF
È l' acronimo Imposta sul Reddito delle PErsone Fisiche. Si tratta di una imposta diretta, ovvero si applica direttamente sul soggetto passivo a differenza, ad esempio, dell' IVA che si paga solo sul trasferimento di un bene.
Si stima che essa fornisca circa un terzo del gettito fiscale per lo Stato. Infatti nel 2009, a fronte di entrate tributarie pari a 433,37 miliardi di euro, 184,89 miliardi di euro erano derivati dall'IRPEF: in pratica, sul totale delle entrate derivanti dalle tasse, il 42% vengono dall' IRPEF.
È stata istituita con la riforma del sistema tributario del 1974, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n.597 del 29 settembre 1973 e conteneva 32 aliquote (dal 10% al 72%) per gli scaglioni di reddito da 2.000.000 a 500 milioni di lire.
Al momento della sua nascita (che era in attesa da una decina di anni), l’IRPEF prevedeva ben 32 scaglioni di reddito (oggi ne sono solo cinque) e altrettante aliquote: per i redditi annui sino ai 2.000.000 lire, vi era una tassazione del 10%, mentre, per i redditi oltre i 600milioni di lire (309.000 euro di oggi) una tassazione del 72%.
Con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986 si inserì la disciplina IRPEF in un unico testo che sostituì i decreti presidenziali del 1973.
Le aliquote, nel corso degli anni, sono state modificate dai vari governi succedutisi:
  • i redditi sino ai 15.000 euro annui (1.100 euro al mese), si sono visti
    tassare da un 40% del 1974 al 24% del 2001
    sino al 27% attuale
  • mentre, per i redditi oltre i 300.000 euro
    si è passati dal 72% del 1974 all' attuale 43%

L' ITALIA DI IERI E QUELLA DI OGGI
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Dal 1973 ad oggi, la società è completamente cambiata. Lo sanno soprattutto coloro che, in quegli anni, erano già adulti e quanto meno coscienti di ciò che stava accadendo nella società da lì agli anni a venire.
Nonostante l' aumento del Pil nel ventennio 1951-73, i salari dei lavoratori erano i più bassi rispetto alle economie più sviluppate del primo mondo, ma comunque fosse, i redditi degli italiani aumentarono.
Negli anni che intercorsero tra la crisi petrolifera degli anni 1973-79 e la crisi del 1993, l’Italia accumulò un ingente debito pubblico, quello con il quale oggi facciamo ancora i conti.  La svalutazione del cambio (con circolo vizioso svalutazione-inflazione) e l’aumento del debito pubblico sono state le cause che hanno visto scendere il Pil italiano nel corso dei decenni.

Le ultime dichiarazioni dei redditi mostrano che su 40 milioni di contribuenti solo 31.000 dichiarano più di 300.000 euro l'anno di reddito lordo, arrivano invece a 400.000 quelli che sfiorano i 100.000 euro. Il 50% dei contribuenti, però, hanno reddito che non supera i 16.400 euro annui.
Ma come  si è modificata la tassazione sui redditi negli ultimi anni? E ad opera di quali politici?

MENO TASSE AI RICCHI, PIU' BRICIOLE AI POVERI
Vediamo ora la tassazione attuale sui redditi per le persone fisiche, ovvero le tasse che, ogni mese, vi sottraggono dalla vostra busta paga o dalla Naspi (ex assegno di disoccupazione):


Ora vi riporto una tabella creata da Pietro Calcagnile (link a fine articolo) sulla modifica, dal 1974 al 2009, della tassazione Irpef per ogni fascia di reddito. Iniziamo da quelle più basse (cliccate sull' immagine per ingrandire):
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TASSAZIONE SUI REDDITI SINO A 1.200 EURO AL MESE
Ho preso come riferimento la fascia di reddito sino ai 16.000 euro. Vediamo come è cambiata la tassazione per i redditi annui compresi  tra i 7.436,98 ai 8.263,31 euro attuali (ovviamente la conversione non si basa sul potere d' acquisto della lira dell' epoca).
Vediamo come cambiò la tassazione e che governo attuò la modifica dell' aliquota IRPEF
(in verde la diminuzione, in rosso l' aumento, in nero nessuna modifica)
E per quanto riguarda i redditi più alti? Andiamo a vedere la tabella
clicca sull' immagine per ingrandire
TASSAZIONE SUI REDDITI OLTRE I 23.000 EURO AL MESE
La tassazione per i più ricchi vedevano 16 tassazioni diverse che, negli anni, si sono accorpate equiparando, ad esempio, chi percepisce 80.000 a chi ne percepisce oltre i 300.000.
Andiamo nel dettaglio prendendo, in esame, i redditi più alti, quelli che, secondo le stime, costituiscono la parte più piccola (in termini quantità) di contribuenti: i redditi oltre i 300mila euro annui. In verde la diminuzione della tassazione, in rosso l' aumento e in nero nessuna modifica.
I FATTI E LE PAROLE: SILVIO BERLUSCONI
Dal sito web del partito Forza Italia, di Silvio Berlusconi, troviamo un video e i dettagli sulla Flat Tax, l' idea che il leader del centro destra vorrebbe attuare se riuscisse, il 4 marzo prossimo, a vincere le elezioni.

Leggiamo cosa riporta il sito:
«La direzione da prendere [afferma Berlusconi] si può riassumere in tre punti:
- Primo: meno tasse
- Secondo: meno tasse
- Terzo: meno tasse.
Meno tasse sulla casa, meno tasse su chi lavora, meno tasse sulle imprese
».
Bene. Leggiamo dettagli sulla Flat Tax:
«La nostra è una proposta semplice, chiara, comprensibile a tutti e facile da applicare: vogliamo cancellare il complicatissimo sistema attuale di aliquote differenti, di deduzioni, di detrazioni e sostituirlo con un’aliquota unica del 20%.
In altre parole, ogni italiano - persona e azienda - pagherà il 20% di quello che guadagna, non un euro di più, non un euro di meno.
E’ la Flat Tax, la tassazione piatta che avevo già proposto con il professor Martino nel 1994 ma che mai ci era stato permesso, dagli alleati e dall’opposizione, di realizzare
».

Fa nulla che Berlusconi aveva proposto il 23%, e solo da pochi giorni abbia sceso la percentuale al 20%, ma questo è un dettaglio trascurabile visto che, per chi percepisce 1200 euro al mese, il 3% di differenza corrisponde a 36 euro di risparmio in tasse, mentre chi ne guadagna oltre i 100mila, attuando questa malsana idea - dove si passerebbe dal 43% al 20% di aliquota - potrà risparmiare in tasse ben  28.750 euro.

Proseguendo ancora la lettura, leggiamo
«Questo significa che chi guadagna al di sotto di 13.000 euro l’anno non pagherà nessuna tassa, chi ne guadagna per esempio 15.000 pagherà le tasse solo su 2000 e così via»

ALIQUOTE NEI GOVERNI BERLUSCONI
Visto che è stato al governo e che sta proponendo una diminuzione di tasse, rispulciamo i dati riguardanti i periodi in cui ha governato.
Per tutti coloro che guadagnavano sino a 16.000 euro annui (1.230 euro al mese), Berlusconi:
  • diminuì la tassazione portandola dal 18,5% al 18% nel 2001
  • la aumentò portandola dal 18% al 23% nel 2003
Per i redditi oltre i 300.000 euro annui (23.000 euro al mese), Berlusconi:
  • diminuì la tassazione portandola dal 45,5% al 45% nel 2001
  • la diminuì ancora portandola dal 45% al 43% nel 2003
Dunque, è stato lui ad aumentare la tassazione ai redditi più bassi e a diminuirla a quelli più alti.
E ora? Vuole diminuire di nuovo le tasse? Per carità, no grazie.

E I GOVERNI RENZI-GENTILONI?
Paolo Gentiloni è salito al Governo il 12 dicembre 2016 e, prima di lui, dal 22 febbraio 2014, c'è stato Matteo Renzi.
Non abbiamo visto (per fortuna) un aumento delle aliquote Irpef ma, una proposta c'era, così come quella sull' aumento dell' IVA che è stata scongiurata.
La proposta vedeva una modifica a partire dal 1° gennaio 2019, rimandata per la mancanza di coperture.
Gli scaglioni, addirittura, sono scesi a soli tre:

  • redditi fino a 8.000 euro, 0%, ovvero nessuna tassa
  • redditi fino a 15.0000 euro:  27,5%
  • redditi fino a 28.000 euro: 31,5%
  • redditi oltre i 28.000 euro: 42 o 43%
Giudicate voi confrontando questa proposta con l' attuale tabella di aliquote (mai più modificata dal 2005)

Sembra una proposta di legge di Berlusconi, vero?
Ovviamente ci sono le detrazioni di mezzo, ma la differenza delle percentuali è evidente così come la non modifica, ostinata, della tassazione sui redditi superiori ai 28.000 euro.


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