Puglia, falso "Made in Italy": latte dall' ungheria etichettato come "Latte della murgia barese"

di Lapenna Daniele

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È capitato più volte di aver scoperto prodotti, alimentari e non, etichettati come Made in Italy quando invece le materie prime provenivano da altre nazioni.

Questa settimana sono state sequestrate dai militari del Comando della Forestale di Altamura formaggi etichettati “con Latte della Murgia Barese” e "latte fresco italiano" quando in realtà venivano realizzati con latte proveniente dell’Ungheria.

A Bari e a Santeramo è stata accertata la vendita di mozzarelle formaggi con etichette non corrispondenti alla realtà sulla provenienza del latte, mentre in diverse ditte situate nelle città di Andria, di Gioia del Colle e di Fasano i Carabinieri hanno sequestrato oltre 1500 Kg di prodotti caseari privi del sistema di tracciabilità inerente l’origine del latte utilizzato, in violazione a quanto previsto dalla specifica normativa di settore sulla sicurezza degli alimenti.

TRUFFA AL CONSUMATORE
Attenzione: qui, non si parla della qualità del prodotto (che va verificata sempre) ma della truffa ai danni dei consumatori che vengono ingannati sulla sua origine.
Se l' etichetta riporta "realizzato con solo latte italiano" e invece il latte non lo è, il consumatore è stato truffato. Ci sono persone che acquistano solo prodotti freschi italiani (illudendosi siano sempre migliori, ma questo è un altro discorso da affrontare a parte) e leggere un' etichetta del genere, porta loro a sceglierli ad occhi chiusi. Ci cascano sempre tutti, proprio perché l' unico modo per scoprire l' origine è l' etichetta: verificare se riporti il vero, è impossibile.

Ci riuscirono i giornalisti della trasmissione Report, i quali ripresero, con una telecamera, dei camion cisterna provenienti dalla Lituania che portavano latte allo stabilimento della nota azienda Galbani.
Questa, però, non è truffa - se, ovviamente, Galbani non riporta sui prodotti "solo latte italiano" - perché la legge lo consente.


LA LEGGE SULL' ORIGINE DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI
Nel dicembre 2016, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rese noto che fu firmato dai Ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda il decreto che introduceva in etichetta l'indicazione obbligatoria dell'origine per i prodotti lattiero caseari in Italia.
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017, inerente“obbligo di indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari" attuava il regolamento n. 1169/2011 dell' Unione Europea.

I tipi di prodotti oggetto del decreto sono i seguenti

Questo sistema consentirà di indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. Ma come funziona?

In etichetta sarà obbligatorio riportare:
- nazione di mungitura
- nazione di lavorazione

La dicitura sarà così esposta:

  • latte munto, trasformato e confezionato nella stessa nazione, ad esempio, Italia, avremo
    "ORIGINE DEL LATTE: ITALIA"
  • latte munto, trasformato e/o confezionato in diverse nazioni appartenenti tutte all' Unione Europea:
    "LATTE DI PAESI UE" o "LATTE CONDIZIONATO/TRASFORMATO IN PAESI UE"
  • latte munto, trasformato e/o confezionato in nazioni appartenenti non appartenenti all' Unione Europea:
    "ORIGINE  UE, non UE"
  • latte munto, trasformato e/o confezionato in nazioni non appartenenti all' Unione Europea:
    "ORIGINE  non UE"

Una dicitura utilissima, soprattutto perché potremo non sapere l' esatta nazione del prodotto. Non c'è che dire. Ovviamente, sono ironico.

LATTE NON ITALIANO: I DATI
Secondo gli esperti del settore agroalimentare, una significativa parte delle mozzarelle “italiane” in realtà è prodotta con latte italiano ma con latte proveniente per oltre il 50% da Belgio, Francia, Lussemburgo e Ungheria ed è semplicemente la punta di un iceberg.

È anche un caso clamoroso di concorrenza sleale che danneggia tutti quei produttori che mettono in commercio mozzarelle e formaggi realmente italiani.
A scorrere gli scaffali di supermercati e negozi di alimentari sembra che la gran parte del latte e dei formaggi che compriamo siano al 100% italiani. Peccato solo che il 50% del latte usato in Italia per produrre formaggi non sia latte italiano ma latte straniero di importazione.

Nel solo 2015 sono arrivati ben 1,8 miliardi di chili di latte in cisterna e 530 milioni di litri già confezionati, tra cui 1,3 miliardi di litri di latte sterile e UHT, con una stima di 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte, di cui circa 10 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori.
La conclusione è che tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere all’insaputa dei consumatori.

Un inganno che sta mettendo a rischio 40.000 stalle italiane, quasi 200.000 occupati e oltre 22 miliardi di euro di valore generato dalla filiera nel settore lattiero caseario, che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano e che vanta anche 43 formaggi tipici a Denominazione d’origine”.

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