"Vogliamo solo ammalati gravi per la visita del Papa a Napoli". La decisione che sta creando il caos negli ospedali
di pasquale napolitano
ReteNews24.it
Devono essere allettati. Moribondi, quasi. Scartati, subito, quelli sulle sedie a rotelle perché poco “coreografici”.
L’indicazione spedita dal comitato ( Curia di Napoli e Regione Campania) che sta organizzando la visita di Papa Francesco a Napoli per il 21 marzo agli ospedali campani ( Monaldi, Policlinico Federico II, Santabono) è stata netta, drastica, categorica: per stare in prima fila durante la visita di papa Francesco vogliamo solo ammalati rigorosamente allettati.
Perché tale esigenza? Perché la scenografia della disperazione deve essere perfetta, estrema, inequivocabile. E senza sbavature. Venti il numero degli ammalati da selezionare, deciso dal comitato organizzatore: dovranno essere provenienti dagli ospedali in cui sono ricoverati e saranno posizionati secondo una sapiente regìa in bella esposizione a partire dalle ore 16,15 del prossimo 21 febbraio nella basilica del Gesù di Napoli per ricevere da vicino la benedizione del Santo Padre.
Questa della selezione degli ammalati più gravi è una decisione che sta suscitando polemiche e problemi organizzativi tra i medici degli ospedali napoletani che dovranno prestare per qualche ora i propri malati per la visita del Papa. Le ragioni dei malumori sono molteplici.
La prima è sicuramente di natura sanitaria: il trasferimento di un malato allettato ( dall’ospedale alla chiesa) richiede il rispetto di un protocollo medico che difficilmente potrà essere osservato alla lettera, rischiando di arrecare ( si spera di no) problemi di salute all’ammalato stesso. C’è poi una ragione economica e organizzativa: la presenza dei venti pazienti allettati impone l’utilizzo di venti ambulanze e di altrettanti medici, anestesisti e infermieri per assistere le persone sofferenti. Un incredibile sforzo per garantire l’atmosfera di dolore e disperazione che vuol costruire a ogni costo il comitato organizzatore.
Tra i medici c’è chi fa osservare: “Non sarebbe stato più semplice far ricadere la scelta su pazienti in condizioni di salute discrete? O forse convincere" ( non sarebbe stato difficile) "Papa Francesco a fare una veloce visita negli ospedali napoletani?.
Ma forse, nella testa degli organizzatori, l’effetto speciale non avrebbe avuto identico impatto.
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Devono essere allettati. Moribondi, quasi. Scartati, subito, quelli sulle sedie a rotelle perché poco “coreografici”.
L’indicazione spedita dal comitato ( Curia di Napoli e Regione Campania) che sta organizzando la visita di Papa Francesco a Napoli per il 21 marzo agli ospedali campani ( Monaldi, Policlinico Federico II, Santabono) è stata netta, drastica, categorica: per stare in prima fila durante la visita di papa Francesco vogliamo solo ammalati rigorosamente allettati.
Perché tale esigenza? Perché la scenografia della disperazione deve essere perfetta, estrema, inequivocabile. E senza sbavature. Venti il numero degli ammalati da selezionare, deciso dal comitato organizzatore: dovranno essere provenienti dagli ospedali in cui sono ricoverati e saranno posizionati secondo una sapiente regìa in bella esposizione a partire dalle ore 16,15 del prossimo 21 febbraio nella basilica del Gesù di Napoli per ricevere da vicino la benedizione del Santo Padre.
Questa della selezione degli ammalati più gravi è una decisione che sta suscitando polemiche e problemi organizzativi tra i medici degli ospedali napoletani che dovranno prestare per qualche ora i propri malati per la visita del Papa. Le ragioni dei malumori sono molteplici.
La prima è sicuramente di natura sanitaria: il trasferimento di un malato allettato ( dall’ospedale alla chiesa) richiede il rispetto di un protocollo medico che difficilmente potrà essere osservato alla lettera, rischiando di arrecare ( si spera di no) problemi di salute all’ammalato stesso. C’è poi una ragione economica e organizzativa: la presenza dei venti pazienti allettati impone l’utilizzo di venti ambulanze e di altrettanti medici, anestesisti e infermieri per assistere le persone sofferenti. Un incredibile sforzo per garantire l’atmosfera di dolore e disperazione che vuol costruire a ogni costo il comitato organizzatore.
Tra i medici c’è chi fa osservare: “Non sarebbe stato più semplice far ricadere la scelta su pazienti in condizioni di salute discrete? O forse convincere" ( non sarebbe stato difficile) "Papa Francesco a fare una veloce visita negli ospedali napoletani?.
Ma forse, nella testa degli organizzatori, l’effetto speciale non avrebbe avuto identico impatto.
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