Torinese minaccia bambino marocchino: il giudice la condanna allontanandola dalla sua casa
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Una torinese di origini palermitane è stata allontanata da casa per ordine di un gip: dal 2008 perseguitava i vicini marocchini, ultimamente anche il figlio più grande - sette anni - della coppia. Al piccolo la signora si presentava all’improvviso, da dietro la tenda sul ballatoio, mimando con l’indice il segno del taglio della gola. Il bambino ha cominciato a farsi la pipì addosso e a soffrire d’insonnia. Alla donna è stata contestata l’aggravante del razzismo.
La «spietatezza» viene raccontata dai genitori del piccolo Ilias e confermata dal ricorso all’ assistenza neuropsichiatrica del bambino: la vicina si nascondeva, praticamente ogni giorno, dietro alla tenda che, sul ballatoio, divide le rispettive proprietà, per «sbucare all’improvviso insieme al cane di famiglia, urlando e insultando il piccolo, che si spaventava in ogni occasione talmente tanto da cominciare a manifestare i primi disturbi».
Ilias rimaneva a lungo aggrappato alla ringhiera del ballatoio senza volersene staccare.
Papà Mohamed, già ad inizio luglio, raccontava a tutti - vicinato, datore di lavoro, colleghi e amici e infine ai carabinieri - che suo figlio faceva brutti sogni quando riusciva a prendere sonno, e poi si svegliava urlando «Mamma, arriva l’anziana, chiudi la porta». Potete immaginare un bambino che si affaccia di casa o vi rientra e si vede addosso la solita signora che una volta mima il taglio della gola, l’altra gli aizza il cane contro. Il bimbo «correva terrorizzato in casa».
Oltre agli insulti verbali razzisti, si era data da fare in ogni modo: aspettava il rientro della mamma di Ilias e le rovesciava dall’alto secchiate d’acqua in testa. Lei e il marito percuotevano con i pugni - altra accusa - le pareti divisorie fra gli appartamenti al grido «Bastardi marocchini, sporchi, andate via». La bimbina scoppiava a piangere.
E poi c’erano le angherie di ballatoio: «Puzzate». E i coniugi bruciavano bastoncini d’incenso sotto il naso dei vicini. Mohamed protestava: «Sono asmatico». Gli altri provavano più gusto a ripetersi con variazioni sul tema: spargevano sul ballatoio sale o del grasso. Di quel repertorio fa sorridere che la donna minacciasse di buttarsi dalle scale «per incolpare te, sporco marocchino». Crudele che si rivolgesse al bambino dicendogli: «Non bastava tuo padre, è arrivato anche il piccolo bastardino».
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