Usa: paraplegico torna a muovere le mani. L' operazione ha usato un nervo periferico come 'donatore'
Milano, 15 mag. (Adnkronos Salute) -
Un uomo paraplegico di 71 anni, vittima di un incidente stradale che gli ha
danneggiato il midollo spinale all'altezza della vertebra cervicale più bassa,
la C7 alla base del collo, ha recuperato l'uso parziale delle mani grazie
a un intervento ai nervi delle braccia eseguito da un team di chirurghi della
Washington University School of Medicine di St. Louis, negli Usa.
Gli autori dell'operazione hanno utilizzato una tecnica detta 'nerve transfer'
che consiste nell' usare un nervo periferico, deputato a svolgere compiti secondari,
come nervo 'donatore' per ripristinare le funzioni di un altro nervo non più in grado
di rispondere ai comandi del cervello.
A causa del danno subito, l'uomo è rimasto paralizzato dalla vita in giù. Aveva perso
anche la capacità di muovere le mani e di flettere ed estendere le dita, anche se,
grazie al tratto midollare situato al di sopra rispetto al punto della lesione,
poteva ancora muovere gli avambracci. Operato a 2 anni dall'incidente al
Barnes-Jewish Hospital di St. Louis, dopo un anno di riabilitazione è ora in grado
di piegare il pollice e l'indice di entrambe le mani. Riesce a portarsi
del cibo alla bocca e anche scrivere, se assistito.
Ma secondo i medici potrà migliorare ulteriormente.
A quanto risulta ai chirurghi, guidati da Susan Mackinnon, è la prima volta in cui
è stato possibile riattivare con successo dopo una lesione spinale i muscoli
che controllano pollice e dita. Le operazioni sono state 2, una al braccio destro
e l'altra al sinistro, eseguite a una settimana di distanza. Come donatore è stato
scelto il nervo brachiale che ha sede nella parte alta delle braccia. Nel paziente
era rimasto perfettamente attivo, perché il suo punto di origine a livello della
colonna vertebrale si colloca sopra rispetto alla lesione. Il nervo brachiale è stato
quindi 'deviato' e collegato al nervo interosseo anteriore, che scorre
parallelo al brachiale e controlla i movimenti di pollice e dita. Pur avendo perso
la capacità di dialogare con il cervello, il nervo ricevente era rimasto
infatti vitale, perché almeno strutturalmente non aveva perso i suoi contatti
con il sistema nervoso centrale e con i tessuti circostanti. Era anche in grado
di rispondere a stimolazioni elettriche esterne, per cui c'erano tutti i presupposti
per poterlo 'ricollegare' virtualmente al cervello.
"Non si tratta di un intervento particolarmente costoso o troppo complesso",
osserva Mackinnon. "Non è certo un trapianto di mano o di faccia", precisa l'autrice.
E' un'operazione alla portata di molti, "qualcosa che vorremmo facessero anche
altri chirurghi nel Paese", perché i suoi risultati possono davvero cambiare la vita
a una persona immobilizzata.
"Molte volte questi pazienti ci dicono che per loro sarebbe importante anche solo riuscire a fare piccole cose - sottolinea Ida K. Fox, dell'équipe chirurgica americana -
Vorrebbero essere capaci di mangiare da soli, o di scrivere senza che qualcuno
li debba assistere. Riuscire a renderli di nuovo in grado di tenere qualcosa fra pollice
e indice, significa quindi restituire loro un'indipendenza di base", ma comunque preziosa.
La testimonianza migliore arriva proprio dal paziente operato, che ai suoi medici
ha assicurato di non poter essere più felice dei risultati raggiunti.
fonte
http://www.iltempo.it/adnkronos/?q=YToxOntzOjEyOiJ4bWxfZmlsZW5hbWUiO3M6MjE6IkFETjIwMTIwNTE1MTgwNTMzLnhtbCI7fQ==
Tu pensa cosa deve esser stato per quest'uomo poter muovere ancora le proprie mani!
RispondiEliminaUna gioia indescrivibile!
EliminaEcco perchè la speranza non deve mai tramontare.
Spesso ci si trova come in questi casi:
le strade funzionano ma è come se l' incrocio
che li collegasse fosse rotto.